venerdì 14 marzo 2008

Espiazione

Arriva così, in un certo senso fuori tempo massimo, l’espiazione pensiero, figlio di una locandina che non aveva sollevato in me alcun particolare interesse e di un’idea (alla luce dei fatti errata), quella sulla pellicola, legata alla possibilità di trovarsi di fronte il solito polpettone melodrammatico ambientato a cavallo della seconda guerra mondiale, fumoso, prolisso, noioso.

Partire prevenuti e ritrovarsi poi spiazzati: è sempre una questione di aspettative. E nel caso di Atonement queste sono andate ben oltre le più rosee previsioni.

Espiazione è fondamentalmente la storia di un grande amore. Una sola storia vissuta attraverso 3 sguardi, 3 livelli, 3 punti di vista. 3 come i periodi su cui si focalizza la narrazione. 3 come le vite che una decisione affrettata cambierà per sempre. Un’amore traboccante per cui le parole “Ti amo” non sembreranno mai sufficienti, nonostante non si riesca a pronunciare nient’altro che quelle. Ed è così che le immagini, la fotografia e l’accompagnamento sonoro (Dario Marianelli ha riportato a casa una statuetta ampiamente meritata), confluiscono nel trasmettere allo spettatore un sentimento che le sole parole non avrebbero mai potuto descrivere così bene.
Sulla base dell’omonimo racconto di Ian McEwan, qui adattato dalla sapiente penna di Christopher Hampton, il 35enne Joe Wright dirige con mano ferma fornendo prova di aver presto imparato gli strumenti del mestiere. Oltre alla tavolozza di colori che muta a scandire i tre periodi del racconto, oltre al riproporre, intrecciandole, medesime situazioni osservate dalle diverse angolazioni dei personaggi, è soprattutto il meraviglioso piano sequenza sulla costa francese a stupire e folgorare: 5 minuti di grandissimo cinema che sembrano uscire da un’altra epoca, sguardo beffardo, malinconico, disperato sul mondo della guerra e sulla follia dell’animo umano. Un passaggio che toglie il respiro, il momento più alto della pellicola, qualcosa che resterà a lungo impresso nella mia mente e che da solo dovrebbe essere elemento sufficiente a spingervi ad affrontare la visione.

Ancora scossi da quanto appena visto, il film ci conduce così verso l'inaspettato finale, dove aleggia un senso di vuoto, di ineluttabilità del nostro destino, rischiarato però dalle pagine di un libro che, finalmente, ha trovato la sua unica possibile conclusione.

Cast ottimamente assortito, con menzione speciale per James McAvoy (già apprezzato nell' Ultimo Re di Scozia), lanciato verso una promettente carriera.


Sito Ufficiale: Internazionale.
Trailer: Internazionale.
Soundtrack: Elegy For Dunkirk - Dario Marianelli.

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