sabato 12 luglio 2008

Sigur Ròs @ Giardino di Boboli [Firenze 11.o7.2oo8]

Strepitosi. Fuori parametro. Non riesco ancora a trovare la parola adatta: qualunque fosse, non renderebbe l'idea meglio del sorriso da ebete che mi sono ritrovato stampato sulla faccia per tutta la durata del concerto. La prima volta non si scorda mai, si dice (a ragione). E così è stato (e così sarà).

Arrivo [col Dandy] a Boboli verso le 21.10 facendo così in tempo a sentire un pò di Helgi, supporter (oltre che trombettista) della Band per la trance Europea del Tour: il ragazzo islandese è davvero bravino, e con la sua chitarra acustica e un cantato che ricorda quello di Jonsi, strappa (con merito) più di un applauso. Vi lascio al MaiSpeis nel caso voleste approfondire ^__^

Poi, alle 21.45 circa, arrivano loro e... [Faccina con gli occhi a forma di Cuore *__*]...

Senza Parole. Un suono pieno e potente arriva al cuore e travolge, ora con dolcezza, ora con violenza. Molto spazio a pezzi del passato recente [Glosoli, Hoppipolla, Se Lest, Olsen Olsen, Svefn-G-Englar [in apertura], Sæglópur, Með Blóðnasir], soprattutto a Takk. E poi Untitled # 8 [The Pop Song] in chiusura. Un delirio.

Hafsòl [B-Side di Hoppipolla] uno dei pezzi che mi ha emozionato di più, anche se, dall'inizio alla fine, non ho trovato una sola cosa che non mi sia piaciuta [speravo di sentire Festival...ma vabbè, sarà per la volta prox ^^]. E come non citare l'esplosione di Luci e coriandoli [con tanto di Platea tutta, in piedi a battere le mani su invito di Jonsi] su Gobbledigook [vero e proprio momento catartico, in cui ho avuto la sensazione di fare parte di qualcosa più grande, di essere stato trasportato un pò più in là]...?

Location assolutamente promossa. Sia per la cornice del Giardino di Boboli (che non ha bisogno di presentazioni), sia per la disposizione ottima della platea e della tribuna (si vedeva benissimo ovunque). Freccia sù anche per il pubblico, composto e caldo al punto giusto ^^

Qualche piccolo problema tecnico [una PallaLuce è sempre rimasta spenta, le tastiere di Kjarri con tanto di intervento del tecnico sul palco e probabile cambiamento di scaletta in corsa (e Jonsi se la rideva LoL)] mi ha avvicinato, se possibile, ancora di più all'esibizione, che in qualche modo, vuoi per le dimensioni della struttura (raccolta), vuoi per il loro fare semplice, mi ha dato l'idea di essere intima, quasi familiare, con il gusto dell'applauso, delle piccole cose, aldilà dei milioni di dischi venduti e tutto il resto. Quattro ragazzi che suonano sul palco, con le fidate Amiina (il quartetto d'archi), e si divertono.

Un grande abbraccio. Un brivido. Una Gioia immensa.

[Grazie a paranoidsoul per la foto qui Linkata ^^]

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non sono di questo pianeta i Sigur Ros...

WhiTe ha detto...

Concordo ;)

Anonimo ha detto...

Senza ombra di dubbio spettacolari

Dottor Dandy ha detto...

Devo dire che anche a me, che non sono per nulla facile da accontentare in fatto di musica (per dare l'idea, a me rimane davvero difficile definire musica qualunque cosa scritta dopo il 1979, a parte alcune rarissime eccezioni), questi Sigur Ros hanno fatto una buona impressione. Suoni abbastanza complessi e pieni, quasi sperimentali e senza troppi effetti special-commerciali: in alcuni passaggi mi sembrava quasi di risentire armonie di antica (molto antica, purtroppo) Floydiana memoria.
Finalmente si rivedono soggetti che sanno suonare davvero, in grado di passare con disinvoltura dalla chitarra alla tastiera, dal basso alla batteria, dal violino allo xilofono. Riguardo la chitarra, forse suonarla con l'archetto da violoncello non è il massimo (anche se capisco che possa sembrare una cosa particolare): il suono esce un po' troppo sguaiato ed essendo amplificato a volte copre tutto il resto. Sul bassista nulla da dire, fa il suo lavoro senza infamia e senza gloria. A mio avviso molto bravi il tastierista, che crea e armonizza suoni interessanti (che vanno dall'ambient fino al progressive), e il batterista, che riesce a passare dal 4/4 a tempi sincopati e controtempi senza perdere colpi.
Ottima e coraggiosa la scelta di far suonare le basi di accompagnamento da un quartetto d'archi (il classico due violini, una viola e un violoncello) in diretta, piuttosto che mandarle registrate: il risultato è un suono di sostegno realistico, corposo e ben definito. Stesso discorso per gli ottoni (tromba, trombone ecc.), suonati in diretta da alcuni musicisti con buoni risultati.
In definitiva un ottimo concerto, una location incantevole (il Giardino di Boboli unisce antichità, eleganza e la magia della natura) e soprattutto musica finalmente degna di questo nome.

WhiTe ha detto...

Bellissimo Commento *_*
Sia perchè è tuo, e quindi assume valore speciale per me, sia per la "votazione postiva" che mi fa ancora più piacere. Portarti a vedere i Sigur Ros Live, pur convintissimo che in conclusione non ti sarebbero dispiaciuti (e diverse canzoni le conoscevi già), era una specie di scommessa. Che è stata vinta ^_^

Riguardo poi alla chitarra con archetto...beh...quella o meglio, il suono che esce da quella soluzione è una dei loro aspetti caratteristici (che poi possa piacere o meno è un altro discorso). Io sarò di parte, ma quel suono/rumore prodotto in quel modo è stato la prima cosa che mi ha fatto innamorare di loro diversi anni fa [The Nothing Song Aka Untitled#4 nella scena finale di Vanilla Sky].

...Li adoro ancor di più dopo questo Live, e ti costringerò a sentire tutta la discografia a questo punto :D

Anonimo ha detto...

C'ero anch'io. Con lei. Quanto avrei voluto darle un bacio...