I Filmoni e i premi della critica. Spesso non andiamo d'accordo, anche se le cose sono migliorate rispetto al passato: è la critica che si è avvicinata al comun pensiero o sono io a tender sempre più al vagamente intellettuale, che va tanto di moda...? Non saprei, certo è che una parte di me è sempre stata titubante, sospettosa, davanti all'incenso dei critici, ai leoni d'oro, agli orsi d'argento...ma cos'è ? uno Zoo ? e come si può decidere se un film sia più o meno bello, oggettivamente ? quale mente partorisce l'idea "contorto e incomprensibile = gran film" (e via di recensioni entusiastiche)...? E cosa c'entra "I'm Not There" (ovvero la biografia, che poi tanto biografia non è, di Bob Dylan, più o meno autorizzata anche dallo stesso) con tutto ciò ? Beh, c'èntra eccome :)
"I'm Not There" (Todd Haynes) è il classico film che si ama o si odia. E' un film difficile, che chiede molto e sembra dar poco. E' un film da premi, da giudizi iperbolici, da applausi di 10 minuti e capelli strappati, ma anche da sbadiglio dietro l'angolo, da uscite dalla sala dopo mezz'ora, da "mamma mia che schifezza!". E' un film, forse, sbagliato: dove l'indicazione sulla Locandina "Vietato ai non Fans di Bob Dylan"...?
Perchè di questo si tratta: di Bob Dylan. Del suo essere ogni volta diverso, come diversi gli attori che lo rappresentano (o ne rappresentano l'idea) diversi i contesti, le fasce di età, i problemi, le frasi, diversi i modi di concepire la vita, sè stessi, il mondo, con uno sguardo, a volte malinconico a volte sferzante, all'America contraddittoria e mutevole di quel tempo. E' una girandola di immagini, inquadrature, viraggi, scelte registiche particolari, continui rimandi a quella frase o a quella situazione che lo spettatore medio (e infondo anch'io lo sono) rimane spaesato, confuso, alla ricerca di un libretto d'istruzioni che non c'è. Ed è allora che, o ci si addormenta (con buona pace del portafoglio alleggerito di 7 euro per l'ingresso) o ci si arrende, lasciandosi trasportare da questo fiume in piena, un fiume dove abitano perfino le balene (e nemmeno questo rende del tutto l'idea). Nel secondo caso (il mio) è un retrogusto amaro, quello che pervade a fine proiezione: come uno studente interrogato (e Vale.Girl può confermare) che non ha studiato e riflette sull'occasione persa. Come un quadro che non si riesce a spiegare e un pò dispiace visto che sembra davvero bello anche per chi, di quadri, non capisce molto.
Ottimo il cast (si confermano Bale e Ledger), su cui spicca una C.Blanchett, il Dylan forse più accessibile secondo l'immaginario di RockStar eccentrica e sfuggente, semplicemente divina (odore di statuetta?). Ottima (è Dylan, potrebbe essere altrimenti?) la soundtrack, con una struggente rivisitazione di "Knockin' on Heaven's Door" che accompagna i titoli di coda.
Ci (ri)vediamo alla seconda (o terza) visione :)
"I'm Not There" (Todd Haynes) è il classico film che si ama o si odia. E' un film difficile, che chiede molto e sembra dar poco. E' un film da premi, da giudizi iperbolici, da applausi di 10 minuti e capelli strappati, ma anche da sbadiglio dietro l'angolo, da uscite dalla sala dopo mezz'ora, da "mamma mia che schifezza!". E' un film, forse, sbagliato: dove l'indicazione sulla Locandina "Vietato ai non Fans di Bob Dylan"...?
Perchè di questo si tratta: di Bob Dylan. Del suo essere ogni volta diverso, come diversi gli attori che lo rappresentano (o ne rappresentano l'idea) diversi i contesti, le fasce di età, i problemi, le frasi, diversi i modi di concepire la vita, sè stessi, il mondo, con uno sguardo, a volte malinconico a volte sferzante, all'America contraddittoria e mutevole di quel tempo. E' una girandola di immagini, inquadrature, viraggi, scelte registiche particolari, continui rimandi a quella frase o a quella situazione che lo spettatore medio (e infondo anch'io lo sono) rimane spaesato, confuso, alla ricerca di un libretto d'istruzioni che non c'è. Ed è allora che, o ci si addormenta (con buona pace del portafoglio alleggerito di 7 euro per l'ingresso) o ci si arrende, lasciandosi trasportare da questo fiume in piena, un fiume dove abitano perfino le balene (e nemmeno questo rende del tutto l'idea). Nel secondo caso (il mio) è un retrogusto amaro, quello che pervade a fine proiezione: come uno studente interrogato (e Vale.Girl può confermare) che non ha studiato e riflette sull'occasione persa. Come un quadro che non si riesce a spiegare e un pò dispiace visto che sembra davvero bello anche per chi, di quadri, non capisce molto.
Ottimo il cast (si confermano Bale e Ledger), su cui spicca una C.Blanchett, il Dylan forse più accessibile secondo l'immaginario di RockStar eccentrica e sfuggente, semplicemente divina (odore di statuetta?). Ottima (è Dylan, potrebbe essere altrimenti?) la soundtrack, con una struggente rivisitazione di "Knockin' on Heaven's Door" che accompagna i titoli di coda.
Ci (ri)vediamo alla seconda (o terza) visione :)
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