sabato 15 settembre 2007

28 Weeks Later

Alla fine non ho resistito. Visione in lingua originale più sottotitoli, con tanto di saluti alla distribuzione italiana prevista per fine settembre, in tremendo ritardo rispetto all'uscita in Uk (Maggio 07). Questo a conferma dell'attesa, grande, nei confronti del sequel (più o meno ufficiale) di quel piccolo gioiello di "28 Giorni Dopo", primo approccio al genere "Zombie Movies" da parte di quel geniaccio di D.Boyle, capace ogni volta (The Beach, Trainspotting, Sunshine) di re-inventare l'approccio a un determinato tipo di categoria cinematografica (non a caso, come lo stesso Boyle ha più volte ripetuto in svariate interviste, qui non si tratta di Zombie ma di Infetti da una virulenta forma di Rabbia). Stavolta dietro la macchina da presa non c'è il talentuoso regista inglese (che cmq. ha girato personalmente tutta la prima sequenza del film - che da sola potrebbe valere il prezzo del biglietto - oltre a seguire da vicino e produrre tutto il progetto) ma il semi-sconosciuto (almeno per il sottoscritto) J.C.Fresnadillo che ha però il pregio di essere stato scelto direttamente dallo stesso Danny (e quindi "qualcosa di buono saprà fare" penserà lo spettatore).
Ora, sappiatelo, sono di parte: adoro il genere come adoro quel clima da fine del mondo, laddove la razza umana è sull'orlo dell'estinzione e si torna quindi a dare importanza alla sola cosa che realmente conti, la propria sopravvivenza (magari barricati in bel centro commerciale con armi e cibo :D ). Detto questo, ho apprezzato e non poco questo "28 Weeks Later".
Il rischio di doppione e/o prodotto di bassa fattura è scongiurato fin dai primi istanti e la supervisione di Boyle ha sicuramente dato buoni frutti. Manca a dire il vero quel tocco nostalgico e vagamente poetico che caratterizzava alcune magistrali sequenze del "padre" (il passaggio in macchina con sottofondo Brian Eno era da brividi), tuttavia la maggior componente Gore/Horror ci porta su binari paralleli ma non per questo meno stimolanti. Rimane forse il rammarico che osando qualcosa di più (oltre alla classica metafora della nostra società in rovina e che si auto-distrugge) si sarebbe potuto raggiungere e superare il primo capitolo, senza nulla togliere a questo sequel. Visione obbligata per gli amanti di Romero, Resident Evil e compagnia :)

Trailer: Internazionale.

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