giovedì 30 agosto 2007

Sicko

Premesse:

- Micheal Moore non mi è mai stato particolarmente simpatico (anche se nel contesto di un messaggio di denuncia e protesta, di riaffermazione di un genere, quello documentaristico, in via di estinzione, lo ritengo un personaggio di tutto rispetto).
- Non sono riuscito mai a terminare la visione di un suo lungometraggio: Bowling for Columbine (2002) non mi era dispiaciuto (surreale la scena dell'apertura del conto in banca con tanto di consegna di pistola) ma Elephant (2003), diciamolo, è un'altra cosa; Fahrenheit 9/11 (2004) bah, che dire...George W. Bush che ascolta le filastrocche dei bambini mentre cadono le Twin Towers...ma stiamo scherzando ? Suvvia !

E' dunque con questo stato d'animo, carico di scetticismo, che mi sono accinto alla visione di questo suo ultimo lavoro, "Sicko". E devo dire, e lo sottolineo subito, che la pellicola non mi sia dispiaciuta, non mi sia dispiaciuta affatto.
Forse non sconvolgente o cmq. non traghettatore di irrivelabili verità, Moore (col suo stile per certi versi unico) riesce tuttavia a cogliere nel segno, a portare alla luce, agli occhi di tutti, quella realtà (quella della sanità americana) che più o meno abbiamo sempre e solo intuito.

Lo fa in modo semplice, grazie al racconto diretto di esperienze (spesso tragiche) di uomini e donne comuni, persone non diverse da noi, attraverso la vita e la morte. Lo fa viaggiando in Europa (Francia, Uk) e anche a pochi passi dal proprio paese (Cuba, Canada), mostrando soluzioni valide e funzionali. Lo fa affondando il coltello nel dramma del 9/11, laddove gli Eroi di Ground Zero sembrano essere stati dimenticati, ricoperti dalle stesse macerie che con immenso spirito di solidarietà erano riusciti a sollevare. Lo fa mostrando i mille cavilli e metodi così assurdi da sembrare troppo sbagliati per essere veri (ma ci sarà pure qualche vantaggio in questo sistema, o no ? e qui devo assolutamente approfondire).

Se ci pensate bene, l'idea di un ospedale <-> ristorante, in cui, se non puoi pagare "il conto", vieni sbattuto fuori, è agghiacciante. Forse per noi, forse per me, è difficile assimilare fino infondo, visto che la cosa non tocca direttamente il nostro piccolo orticello. Tuttavia sarebbe sbagliato non riflettere, non porsi domande davanti ad una realtà che un giorno potrebbe essere anche la nostra. Ed è qui che il film (nonostante il suo tono a volte troppo sensazionalistico/manipolatore e privo di ogni tipo di difesa da parte dell'accusato) riesce a cogliere nel segno: nella capacità di scatenare una riflessione, grande o piccola, di smuovere qualcosa dentro e intorno a noi.

In conclusione da vedere (nelle scuole andrebbe inserito nel programma scolastico), seppure con qualche riserva. Ottima colonna sonora.

La Frase: "If we can find money to kill people, you can find money to help people".
Trailer: Internazionale.

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