Ratatouille....? Beh, voto 8. E, diciamocelo, i miei pensieri a riguardo terminano più o meno qui. Circa una settimana pensando a cosa scriverne, un voto, poi il vuoto. Cosa raccontare dunque dell'ultima fatica Pixar ? Che fondamentalmente segna (ancora una volta) un deciso balzo in avanti per quanto riguarda l'animazione digitale (ormai su livelli strepitosi) ? Che, come ogni grande film che si rispetti (per favore, non parliamo di "Cartone Animato"), offre molteplici livelli di Lettura ? Oppure che, semplicemente, è il miglior Film Pixar prodotto fino ad oggi ?
Certo, tutto questo. Questo ed altro. Molto altro. Ma trovo alquanto riduttivo (almeno in questo caso) affrontare tutta la trafila di raccontarvi la trama, spendendo aggettivi iperbolici, paragoni, citazioni, applausi e sorrisi gustosi. Quindi vi (mi) risparmio il sermone (bla, bla, bla...) e passo direttamente alla sola, vera, unica portata che meriti attenzione. Una scena, una sola (non vi dirò qual'è), l'anello di congiunzione tra milioni di poligoni e qualcosa che va oltre, che travalica l'essere semplice "cartone", che segna uno scarto (netto) tra ciò che è stato fino adesso e ciò che potrebbe non essere più lo stesso. Un momento registicamente atteso (la macchina si muove e intuiamo già cosa accadrà) ma che nella sua semplicità, lascia a bocca aperta (perché nessuno vi hai mai pensato prima ?). Infinita letizia della mente candida. Tornare bambini, che non vuol dire tornare stupidi o forzatamente ingenui, ma gioire completamente di un attimo perduto, abbracciando se stessi, come quel giorno di natale, scartando i regali, nessun dubbio, nessun pensiero. Pixel che respirano, sognano, amano e si cullano in un ricordo a lungo dimenticato. Il film, per chi scrive, è tutto in quei 30 secondi, l'attimo più alto, dove i 110 minuti di proiezione iniziano e terminano allo stesso tempo.
Ratatouille, ovvero innamorarsi del cinema, un'altra volta.
Certo, tutto questo. Questo ed altro. Molto altro. Ma trovo alquanto riduttivo (almeno in questo caso) affrontare tutta la trafila di raccontarvi la trama, spendendo aggettivi iperbolici, paragoni, citazioni, applausi e sorrisi gustosi. Quindi vi (mi) risparmio il sermone (bla, bla, bla...) e passo direttamente alla sola, vera, unica portata che meriti attenzione. Una scena, una sola (non vi dirò qual'è), l'anello di congiunzione tra milioni di poligoni e qualcosa che va oltre, che travalica l'essere semplice "cartone", che segna uno scarto (netto) tra ciò che è stato fino adesso e ciò che potrebbe non essere più lo stesso. Un momento registicamente atteso (la macchina si muove e intuiamo già cosa accadrà) ma che nella sua semplicità, lascia a bocca aperta (perché nessuno vi hai mai pensato prima ?). Infinita letizia della mente candida. Tornare bambini, che non vuol dire tornare stupidi o forzatamente ingenui, ma gioire completamente di un attimo perduto, abbracciando se stessi, come quel giorno di natale, scartando i regali, nessun dubbio, nessun pensiero. Pixel che respirano, sognano, amano e si cullano in un ricordo a lungo dimenticato. Il film, per chi scrive, è tutto in quei 30 secondi, l'attimo più alto, dove i 110 minuti di proiezione iniziano e terminano allo stesso tempo.
Ratatouille, ovvero innamorarsi del cinema, un'altra volta.
2 commenti:
dovrò dunque guardarlo? se non altro per un confronto tra le "scene principe", no?!
Ti Tocca :D Visione Forzata anche per quella sola scena ^__^
Posta un commento