
Certo, tutto questo. Questo ed altro. Molto altro. Ma trovo alquanto riduttivo (almeno in questo caso) affrontare tutta la trafila di raccontarvi la trama, spendendo aggettivi iperbolici, paragoni, citazioni, applausi e sorrisi gustosi. Quindi vi (mi) risparmio il sermone (bla, bla, bla...) e passo direttamente alla sola, vera, unica portata che meriti attenzione. Una scena, una sola (non vi dirò qual'è), l'anello di congiunzione tra milioni di poligoni e qualcosa che va oltre, che travalica l'essere semplice "cartone", che segna uno scarto (netto) tra ciò che è stato fino adesso e ciò che potrebbe non essere più lo stesso. Un momento registicamente atteso (la macchina si muove e intuiamo già cosa accadrà) ma che nella sua semplicità, lascia a bocca aperta (perché nessuno vi hai mai pensato prima ?). Infinita letizia della mente candida. Tornare bambini, che non vuol dire tornare stupidi o forzatamente ingenui, ma gioire completamente di un attimo perduto, abbracciando se stessi, come quel giorno di natale, scartando i regali, nessun dubbio, nessun pensiero. Pixel che respirano, sognano, amano e si cullano in un ricordo a lungo dimenticato. Il film, per chi scrive, è tutto in quei 30 secondi, l'attimo più alto, dove i 110 minuti di proiezione iniziano e terminano allo stesso tempo.
Ratatouille, ovvero innamorarsi del cinema, un'altra volta.
2 commenti:
dovrò dunque guardarlo? se non altro per un confronto tra le "scene principe", no?!
Ti Tocca :D Visione Forzata anche per quella sola scena ^__^
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