«La prima stesura la devi buttare giù col cuore. E poi la riscrivi con la testa. Il concetto chiave dello scrivere è... scrivere» (S.Connery in "Scoprendo Forrester"). Un fugace pensiero, e poi si parte, lasciando fluire le parole in presa diretta, come una registrazione Live in cui si cerca di cogliere il momento, uno stato d'animo, un'emozione. E' il cuore che traccia la via, la mano lo segue. E' così anche stavolta, un attimo fuggente a guidarmi, un attimo atteso 4 anni.
"In Rainbows", la nuova opera dei
Radiohead, oggettivamente una delle più grandi band degli ultimi 10/15 anni (senza nulla togliere al vostro gruppo preferito, o al mio - i "soliti" u2 per chi non lo sapesse ancora -), è uscito stamattina, 10.10.2007 ore 8.31 italiana (ora in cui ho ricevuto la mail per il downalod che avevo
pre-ordinato). Arriva dopo un silenzio lungo 4 anni, un disco solista di Tom Yorke (The Eraser), e tanti punti interrogativi. Un file .zip, poco meno di 50 minuti di musica e 10 pezzi (il secondo Cd arriverà solo a chi ordinato il DiscBox da 60 euri, a partire dal 3 dicembre). Unzippare un file non sarà mai (mai) come andare al negozio, prendere il tanto agognato Cd, arrivare a casa, scartare, annusare quell'inconfondibile odore di nuovo, dare un'occhiata ai testi, alla grafica, mettere il Cd nel proprio lettore, sdriati sul letto, e partire all'ascolto in religioso silenzioso (e staccato pure il telefonino, 'che non ci sono per nessuno per la prossima ora). Ma questo (il file .zip) è quello che offre la casa, che offrono i tempi e quindi ho cercato solo di non pensarci, o pensare che il rituale sia stato solo rimandato di qualche settimana.
Parte dunque l'ascolto. E lo gusto pian piano. Ogni traccia 2/3/4 volte, fino a metà (la traccia n^5). Ho deciso di seguire questa strada (a dire il vero senza pensarci troppo, è venuto così e basta): ripetizione di singola canzone, piuttosto che intero ascolto e di nuovo intero ascolto. Così' alla fine ho impiegato un'intera giornata per sentire e risentire a fondo "solo" 10 pezzi, integrando passo dopo passo, anche i Testi che hanno dato una nuova dimensione alle sensazioni, un nuovo punto di vista. Ma non volevo finire per razionalizzare troppo, ed è anche per questo che ho deciso di buttare giù subito, quelle che alla fine solo sensazioni a caldo (considerato che sono pure di parte quando si tocca il tasto Radiohead). Ed eccole quelle sensazioni.
"15 Step". Rumori, campionamenti, elettronica. Kid A. E' lui. Si inizia in modo inconfondibile, guardando indietro. Ma nemmeno un minuto che già si cambia rotta ed arriva un arpeggio che cambia direzione al pezzo. Ho come la sensazione di sentire a tratti perfino i Kula Shaker, e i coretti dei bambini, che lollosi. Introduzione che ci stava tutta.
"Bodysnatchers". Ullallà. Parte bella potente. Sporca. Rockettara. Chitarre distorte, vagamente 70's, vintage o quello che volete. E poi appare ancora una volta la psichedelia di Kid A. Circa a metà cambia totalmente (proprio come se fosse un'altra canzone) per poi cambiare di nuovo e alla fine riprendere in mano se stessa, lasciandosi andare ad un finale furioso (chissà Live, mi dico...). Gran Pezzo e il passaggio "I have no idea what I am talking about / I'm trapped in this body and can't get out" chiude il cerchio. Alla fine risulterà il solo momento "tirato" del lavoro (tra parentesi, riuscito alla grande).
"Nude". Scopro essere un vecchio pezzo, nell'aria già all'epoca del tour di "Ok Computer". Una specie di Sweetest Thing insomma, tenuta nel cassetto, e tirata fuori per l'occasione giusta, dopo una bella lucidata. Lenta e Languida, nastri mandati al contrario. Dolce e sognante la voce di Yorke. E gli archi arrivano al punto giusto. Il testo sembra affrontare un' oscura sensazione di vuoto, la mancanza di qualcosa quando si ha tutto. Dietro l'angolo rapporti interpersonali, di coppia ( tradimento ?), e l'amore.
"Now that you've found it, it's gone / Now that you feel it, you don't". Tuffo nel passato. Commovente.
"Weird Fishes/Arpeggi". Mid-Tempo. Chitarre acustiche che sembrano rincorrersi e tenuto sonoro ricco (ricchissimo) e mutevole. Sul finale aumenta il Delay e tutto risulta effettato, distorto. Si nota, a questo punto traccia n^4 lo posso dire senza remore, una produzione di gran classe. Il caro Nigel Godrich si è dato davvero da fare: tutto è al suo posto e i particolari, anche nascosti, tantissimi. Un lavorone in termini di ricerca sonora (10 alla produzione).
"In the deepest ocean / The bottom of the sea / Your eyes / They turn me / Why should I stay here? / Why should I stay? / I'd be crazy not to follow / Follow where you lead / Your eyes / They turn me / Turn me on to phantoms / I follow to the edge of the earth / And fall off / Everybody leaves / If they get the chance / And this is my chance". Pura Poesia. Ancora Amore.
"All i Need". Cupa, oscura, quasi funerea. "You only stick with me / Because there are no others". Non è tempo di frasi fatte o di Happy End, solo una realtà che sembra sgretolarsi, uno continuo strappare, lacerare. Nessuna via di fuga, ma nessuna fuga cercata. Forse rassegnazione, ma anche consapevolezza. Tornano i campanellini e il pianoforte, prende forma, cresce, fino alla travolgente esplosione di un finale da lacrime, così bello e disperato da togliere il respiro.
"It's all wrong / It's all right / It's all wrong". Punto di non ritorno.
"Faust Arp". Chi dice "Beatles" ? La scia è quella di "Go To Sleep", atmosfera intima, vagamente folk, progressione di chitarre acustiche, classica eppur straniante. Sale per poi implodere. Posizionata perfettamente nella scaletta, ponte tra prima e seconda metà.
"Reckoner". Avvolgente e raffinata, poggia su una complessa parte ritmica. Gli archi e il pianoforte fanno il resto. Pezzo valido.
"House Of Cards". Questa sarebbe potuta stare tranquillamente su "Zooropa" ^_^ (è un complimento, ovviamente). Chill-out il termine giusto. All'inizio mi sembrava deboluccia, poi l'ho rivalutata con gli ascolti. Apertura verso lo strepitoso finale.
"Jigsaw Falling Into Place". Il fu "Open Pick" (canzone che girava da un pò in veste Live, e qui rigenerata sotto diverse spoglie). L'ombra dei "vecchi" Radiohead aleggia sospesa per fuoriuscire limpida in precisi momenti (penso al bridge attorno al minuto n^3), anche se tecnicamente siamo nei territori dell'ultimo lavoro in studio. Finale di Classe.
"Videotape". Leggo commenti negativi, di "dissanguamento" rispetto alla versione "demo" già sentita Live. Così, per curiosità, sono andato a sentirla. Fatto ciò, non posso che apprezzarla ancora di più, non posso non fare un plauso per una scelta che definirei coraggiosa. Con un piano, un atmosfera del genere, un potenziale immenso, chiunque avrebbe potuto aggiungere, calcare la mano, cercare il pezzone facile, il singolone da radio se mi si passa il termine. E invece no. Anche in relazione alla sua collocazione (traccia di chiusura), è stata svestita, messa a nudo in tutta la sua struggente bellezza. La melodia, una delicata carezza, viene squarciata, sporcata, dilianata da un reverse drumming, quasi un rumore meccanico, così freddo che sembra tagliare, ferire la sua purezza. E' un addio (un addio alla vita?): "This is my way of saying goodbye / Because I can't do it face to face / I'm talking to you after it's too late / From my videotape". Ma un addio senza paure, senza rimpianti, un addio quasi sereno, con la consapevolezza degli attimi migliori vissuti "In red, blue, green". Il passaggio finale mi lascia ogni volta speechless: "No matter what happens now / You shouldn't be afraid / Because I know today has been the most perfect day I've ever seen". Non credo di dover aggiungere altro, dato che altro sarebbe comunque qualcosa di troppo. Gemma assoluta.
Il disco, così, termina. A questo punto la mente, il pensiero, dovrebbe tirare le fila di questa specie di recensione, proponendo un bilancio o un'idea di esso. Ma non questa volta, almeno non adesso. Davanti all'arcobaleno è difficile esprimere un giudizio, sia esso numerico o meno. Un Arcobaleno è semplicemente bello, bello e basta. Parlarne troppo sembra perfino superfluo, anche se poi, magari, nei prossimi giorni, settimane, mesi, ri-editando questo stesso finale, potrei apportare l'oramai indispensabile voto finale. Quindi direi davvero di concludere così, con dei puntini di sospensione, in attesa di poter sentire anche il bonus disc nel prossimo Dicembre...ascoltate, ascoltate, e ascoltate ancora...